L’accordo sul gas tra Italia e Libia, definito ‘storico’ dalla premier Giorgia Meloni, è stato ufficialmente siglato ieri 28 gennaio 2022.
Nella giornata di ieri il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha siglato la storia intesa tra Italia e Libia per quanto riguarda l’accordo sul gas. Insieme alla premier di destra ha presenziato anche l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e l’amministratore delegato della National Oil Corporation (NOC), Farhat Bengdara.
Con il progetto si segna l’inizio dell’avvio delle “Strutture A&E”. Si tratta, nella fattispecie, di un progetto strategico volto all’incremento della produzione di gas. In questo modo sarà possibile incrementare la produzione del gas interno in Libia, con la conseguenza di garantire maggiori esportazioni di gas a livello europeo.
La necessità sorge in seguito allo scoppi della guerra tra Russia e Ucraina, nel momento in cui la Russia ha stabilito la chiusura dei gasdotti che trasportano il gas all’Europa limitando considerevolmente le esportazioni.
In cosa consiste la collaborazione
Secondo il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si tratta di un vero e proprio accordo “storico” tra Eni e Noc. L’accordo è stato siglato ieri 28 gennaio a Tripoli. Meloni spiega come l’intesa promuova “la lunga e proficua collaborazione tra Italia e Libia”. Si tratta di un investimento del valore di circa 8 miliardi di dollari.
Secondo quanto appreso, il progetto prevede che la produzione di gas inizi nell’anno 2026, raggiungendo una produzione di 750 milioni di piedi cubi di gas standard al giorno. Il progetto prevede anche la costruzione di un impianto di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS) a Mellitah. In questo modo sarà possibile ridurre considerevolmente l’impronta carbonica complessiva.
Desclazi: “Contributo a sviluppo e creazione di lavoro nel Paese”
“L’accordo di oggi consentirà di effettuare importanti investimenti nel settore dell’energia in Libia. Contribuendo allo sviluppo e alla creazione di lavoro nel Paese, e rafforzando la posizione di Eni come primo operatore in Libia”, spiega Descalzi.
Poi ha spiegato che si tratta “di progetti che sono quasi tutti molto maturi, sono riserve che sono già state scoperte e possono essere messe in produzione velocemente, sviluppando velocemente gas addizionale. Sono quasi tutti progetti a gas quindi si può dire che rientrano in una dinamica interessante sia per l’energia libica ma anche per la sicurezza energetica dell’Europa”.